lunedì 24 dicembre 2012

Merry Xmas and A Happy New Year... E che questo 2013 sia un po' diverso...

Come dice quella canzone della pubblicità? Anche quest'anno è già Natale.
Infatti... Eccoci qua. E citando sempre un'altra pubblicità, quella dell'IPhone5, sia già a quel periodo dell'anno.
Io amo il Natale. Quindi scordatevi un post di quelli che parlano di ipocrisia e di altro. Per me il Natale è famiglia e calore umano. E lo è davvero dato che io stesso, in un filmato fatto per promuovere un servizio telefonico atto ad ascoltare persone che sono sole per le feste, ho detto queste parole per definire il Natale. Cito testualmente: per me il Natale è FAMIGLIA CALORE FELICITA'...
E lo è davvero. Forse nella mia vita non sono stata tanto fortunata. Non mi vergogno a dire che sono figlia della seconda grande crisi italiana, quella dopo gli anni '80, quella di Tangentopoli, che ha messo spalle al muro milioni di famiglie. Non ho mai conosciuto l'opulenza. La mia famiglia è una dignitosa famiglia modesta, che per tanti anni non ha avuto un pacco sotto l'albero di Natale. Ed è questo che voglio insegnare ai miei bambini: che Natale è stare davvero tutti assieme, prima di scartare il regalo. Forse per questo io adoro la vigilia. Il 24 per me è più importante del 25 stesso. Per me Natale è oggi, anche se il mio Gesù Bambino nel Presepe ha ancora il cotone sopra. Amo stare seduti a tavola a ridere e a raccontare anedotti lontani che né io, né mio fratello ricordiamo.
Il Natale è quel profumo che si sente per le strade, quello dell'arrosto nelle case che si cominciano a riempire di voci, di risate, di litigate perchè si è sbagliata una mossa giocando a carte, dei numeri scanditi piano per i parenti più anziani.
Certo, alle volte si litiga anche davvero, ma c'è sempre qualcuno che poi mette pace dicendo appunto "Basta che oggi è Natale!".
Per me il Natale è questo.
Perchè nella mia sfortuna ho avuto anche la possibilità di avere una famiglia unica. Grande, ingombrante e casinista, che si riuniva per tre giorni (alle volte quattro) e faceva after di tombola, partite interminabili a pinella contornato tutto con un continuo via vai di persone di famiglia che venivano a fare visita dopo il pranzo.
Mi piace ricordare quei momenti, anche se da bambina mi lamentavo perchè preferivo rimanere a casa a giocare. Mi piace ricordarli perchè sono momenti che fanno parte di me, che hanno costruito questo amore per questa festa meravigliosa. Non posso dimenticare di certo che mia zia Maria, che da dodici anni non c'è più (e forse i miei Natali da allora sono un po' cambiati) ci invitava con un mese di anticipo e ci voleva tutti assieme. Forse era perchè era molto malata e non sapeva se il Natale dopo sarebbe stata ancora tra noi, ma lei amava davvero averci tutti assieme. E mi piace pensare che dentro di noi sia questa la cosa più bella che ci ha lasciato: il senso di famiglia.
Perchè si può litigare, dire cose cattive, fare le scelte sbagliate e dire le cose sbagliate, ma penso davvero che una famiglia, se è stata unita una volta lo sarà per sempre.
Certo! A questa festa fa più male vedere qualche sedia vuota. E quella sedia non sempre vuol dire qualcuno che se n'è andato e non tornerà più. Alle volte, quella sedia vuota significa anche che qualcuno, per un po' ha deciso di prendere una strada diversa dalla nostra, ma questo non vuol dire che non ci si potrà rivedere ancora, sorridere ancora, paralare di nuovo.
Certo! Non sono un'ipocrita. Ho creduto in Babbo Natale fino ai sei anni e lo aspettato fino ai dieci e la mattina di Natale, quando ti svegliavi e vedevi i pacchi che ti aspettavano, il cuore ti si riempiva di gioia. Svegliavo mio fratello e assieme, cercando di essere il più silenziosi possibile (senza riuscirci), aprivamo i pacchi e quando i miei genitori si svegliavano ci trovavano a giocare.
Ecco! Se mi chiedete cos'è il Natale adesso è il sorriso del figlio che avrò la mattina del 25 dicembre. La sua trepidante attesa la notte della Vigilia. Il preparare tutto e la bancata con tutti i parenti seduti attorno. L'albero che si accende e che si spegne e 'A Christmas Carol' in tv. Perchè tutti siamo un po' Scrooge durante l'anno, ma almeno a Natale, senza l'aiuto dei tre spiriti natalizi, diventiamo più buoni.
Buon Natale quindi. Ovunque voi siate. Che vi stiate riscaldando dentro un igloo, che siate sotto il sole cocente africano. Che siate in America, Australia, Cina, India e Giappone.
Buon Natale se state preparando il cenone. Buon Natale se state spiluccando qualche cosa dalla tavola e la mamma vi picchia la mano con il mestolo per punirvi. Buon Natale a chi racconta storie di Natale. Buon Natale a chi aiuta chi ha bisogno. E a chi ha letto questo post fino alla fine. Buon Natale alla mia famiglia, all'uomo che amo e alla sua famiglia.
E Buon Natale a me... Dopotutto me lo merito anche io un sereno Natale ^___^
AUGURI A TUTTI!!!
MERRY XMAS!!!

mercoledì 28 marzo 2012

Ma quanto vale davvero una donna?

Tutto il mondo è sotto shock per il suicidio della 16enne Amina Al Filali. La ragazzina si è tolta la vita sabato scorso, nella sua città, Larache, vicino a Tangeri, in Marocco. Si è uccisa dopo essere stata costretta, dalla famiglia, a sposare l'uomo che, un anno fa, l'aveva violentata. Presa dalla disperazione per dover vivere a fianco del ragazzo che le aveva lasciato una ferita indelebile nell'anima, la giovane ha ingerito del veleno per topi ed è morta, dopo una straziante agonia.
"Questa ragazza e' stata violentata due volte, l'ultima quando si e' sposata". Così Mustapha El Khelfi, portavoce del governo, ha commentato la tragedia.
Lo stupro, in Marocco, è considerato un semplice reato e spesso i responsabili delle violenze sessuali riescono ad evitare il carcere proprio all'ordinamento penale del paese. Così è successo per lo stupratore e marito di Amina che non ha scontato nemmeno un giorno di detenzione per l'abuso commesso e si è quindi potuto sposare con la sua vittima. La sconvolgente vicenda ha scatenato una grande mobilitazione in tutto il paese, soprattutto da parte delle associazioni in difesa dei diritti delle donne, ed il governo si è detto disposto a discutere dell'accaduto e la speranza è che possa prendere in condiderazione la possibilità di inasprire le pene per i reati a sfondo sessuale.


Francesca Fumagalli Italia Media srl.

(Fonte Imnews)



Sono mancata per un po', lo so.
sono stata piena di impegni e finalmente mi sono di nuovo innamorata. E ho anche ripreso a studiare.
Ma vista l'intestazione non è di questo che voglio parlare. Mentre giravo per il web, tra notizie su Jude Law che sta con Cameron Diaz e tra liti farsa tra interpreti sempre più mediocri e sempre più insulsi del Grande Fratello (Orwell si sta rigirando nella tomba, lo so), ho letto una mail che mi ha shoccata.
Amina Al Filali era una donna. O meglio, una ragazza. aveva sedici anni. E voglio immaginarmi che come nella canzone di Fabrizio De Andrè, Leggenda di Natale, anche lei fosse una bambina che giocava con i fiori in un età che non dovrebbe portare dolori.
Amina a sedici anni è stata violentata.
Il suo stupratore, che voglio definire un porco senza precedenti, ha deciso di evitare il processo sposandola, perchè in Marocco c'è una legge che permette questo e che nessuno al governo ha ancora cambiato.
Lei ha dovuto accettare. Ed è calata in un altro inferno.
Non so se potete solo immaginare cosa sia la paura per una donna. Non lo so e vi auguro di non provarlo mai. alle volte fa paura anche quando una persona ti chiama troppo e non ti lascia stare, anche se tu lo chiedi in tutte le maniere, arrivando persino a minacciare questa persona. Ma provate a immaginare questa paura amplificata all'ennesima potenza. L'idea di dormire accanto all'uomo che con la forza ti ha posseduta magari permettendogli ancora di farlo, coperti dal velo ipocrita di un matrimonio forzato, la sensazione di disgusto che poteva solo provare questa bambina di sedici anni toccando il corpo del suo stupratore, anche per sbaglio, in uno dei mille contatti della quotidianità fuori da un letto.
Un inferno appunto. Un inferno in cui l'unica via di fuga per la piccola Amina è stata la morte.
E Amina si è uccisa. Ha spezzato la sua vita distrutta di sua sponte, per lasciare un mondo che non solo non l'ha saputa difendere, ma l'ha regalata al Mostro che l'aveva uccisa nell'anima.
Ma non bisogna andare troppo lontano cari miei per parlare di ingiustizie sulle donne. Forse tutti avete guardato almeno una volta nella vita FORUM. Un tempo c'era una giudice che si chiamava Tina Lagostena Bassi. Bene! Questa donna ha speso la sua vita a difendere le donne che venivano violentate e il caso più famoso è sicuramente quello di 'Processo per uno stupro' che venne trasmesso in Rai nel 1979. La protagonista di tale scempio si chiamava Fiorella ed era stata violentata da quattro uomini per un intero pomeriggio.
La cosa più disgustosa è forse che gli avvocati dei quattro Mostri, stavolta, hanno attaccato la povera vittima, facendola diventare a sua volta carnefice, arrivando a parlare di un termine medioevale, usato spesso in questi casi: vis grata puellae... Gradita dalla fanciulla, tradotto in soldoni e quindi unito nel contesto, non poteva esserci violenza, dal momento che la ragazza c'era stata anche se la pudicizia l'aveva fatta vergognare di ciò che aveva fatto.
Altro caso eclatante, forse il più importante della storia della cronaca nera italiana, è quella del caso della Strage del Circeo, dove due donne vennero stuprate e picchiate a sangue -una di loro morirà- e chiuse dentro il bagagliaio di una macchina. Era il 1975.
Izzo, uno dei stupratori in carcere, nel 2004, dopo le bestialità compiute 29 anni prima , viene messo in semi libertà. Ucciderà di nuovo, una mamma e una bambina di quattordici anni, soffocandole e seppellendole.
Questo fatto mi lega alla domanda del titolo: quanto valgono le donne?
Quanto vale la dignita di una donna? Dobbiamo forse ricordarci che negli anni Sessanta vigeva una legge che diceva che un uomo, anche da noi in Italia, poteva sposare una donna che aveva violentato?
Dobbiamo parlare di Franca Rame, violentata da un gruppo di fascisti solo perchè non aveva le loro stesse idee e stava infastidendo questi mostri con i suoi spettacoli?
Dobbiamo dire che nel 1997 la legge contro lo tupro non c'era e che lo stupro stesso era considerato un oktraggio al pudore? Solo quindici anni fa!
E vogliamo parlare delle donne che non vengono protette abbastanza dai loro stalker? Nonostante una legge che permette che uno stalker possa venire arrestato, troppe donne muiono per amori malati.
E le donne che subiscono violenze domestiche, che negano i lividi?
E lo Stato che ci ha messe da parte e che non ci permette di lavorare perchè future o già mamme.
E le donne che devono chinarsi al potente e sentirsi dire di essere bugiarde se un politico le violenta, le maltratta, le molesta.
E poi ci sono le donne che vengono rapite...
Quelle che non si sa che fine abbiano fatto. Quelle donne di cui deve parlare Geppy Cucciari a San Remo e Fiorello su Twitter per farle ricordare.
Parlo di Rossella Urru, cooperante sarda rapita da AlQaida nel Ottobre 2011.
Possibile che solo ora che la TV ne ha parlato, solo dopo che Fiorello ha chiesto la sua liberazione su Internet, tutti i politici stanno facendo a gara per mettere striscioni che inneggiano alla liberazione di Rossella.
Forse è questo il peso delle donne. L'ipocrisia del momento, quando tutti gridano all'orrore o si asciugano le lacrime. Quando esponiamo uno striscione con una foto.
Ma forse nemmeno noi donne ci sappiamo difendere. E quando ci proviamo veniamo tentate dalla politica.
Io lascio questo blog... Il latte si è raffreddato.
Lo berrò lo stesso.
Nel frattempo...
Buongiorno mondo...

mercoledì 26 ottobre 2011

L'epoca del grottesco.

Gran Premio di Sepang: ennesima caduta di Marco Simoncelli, ma ha promesso che è l'ultima...

Non sto a ribattere sul cattivo gusto di una persona insensibile.
Non sto a ribattere sul fatto che alle volte non riusciamo a prendere seriamente le cose.
Nonciclopedia è l'antitesi di Wikipedia, famosissima enciclopedia online che raccoglie i dati di tutto il mondo. Nonciclopedia diciamo che li rielabora a modo suo.
Chiunque va su Nonciclopedia sa che quello che troverà potrebbe anche non piacerli. Si parla di un sarcasmo cinico, che tratta male tutto e tutti, irriverente sui cantanti, sui papi, sui libri, sui film, sulle canzoni, sugli attori, sulle cose e sugli eventi, storici, calcistici e così via.
Se entri su Nonciclopedia ti verrà sbattuto in faccia l'italiano medio messo a nudo e crudo, senza censure, senza patemi.
Nessuno si indigna se si dicono le cose per ridere estremizzando la realtà su Nonciclopedia. Chi lo fa deve solo chiudere il sito con la crocetta in alto a destra e pace. Questa è la libertà di espressione.
Quello di cui voglio parlare -marcando il fatto che non mi piacciano le battute sulla morte e ho trovato quella del Super Sic fuori luogo e inappropriata- io vado spesso su Nonciclopedia. E sulla parte del sito chiamata NonNotizie ho riso di gusto.
Chiunque va lì e digita le parole chiave Sarah Scazzi, Yara Gambirasio, Melania Rea avrà un quadro grottesco di quello che sono diventati i nostri mezzi di comunicazione. Da quando ognuno di questo fatti è accaduto, quasi tutti i telegiornali, programmi di approfondimento, talk show dove la prima gieffina rincoglionita e il più grande tronista montato dicono la loro, hanno preso il caso sotto la loro ala protettiva e lo hanno sviscerato fino allo sfinimento, facendo diventare star gli assassini stessi, mettendo sotto la stessa luce aguzzini e vittime.
Dopo un anno, infatti, se andiamo ad Avetrana, noteremo che Michele Misseri è una sorta di divo, che va in giro sorridente, cambiando costantemente versione, rinnegando quello che ha detto solo due giorni prima, proclamandosi innocente o colpevole a seconda dell'umore di quel giorno.
Dopo quasi un anno dalla sua scomparsa, Studio Aperto fa ancora servizi strappalacrime su Yara Gambirasio, pieni di retorica e di cattivo gusto.
Dopo pochi mesi dalla sua atroce morte, tutti continuano a cercare oggetti, luoghi in cui sono stati comprati, se è stato o no il marito ad ucciderla e che cosa ricorderà la bambina di appena due anni di quel terribile momento.
Dall'Arena di Massimo Gilletti, a Pomeriggio Cinque di Barbara D'Urso, a La Vita in Diretta con Mara Venier, da Quarto Grando, a Domenica Cinque passando in rassegna tutti i telegiornali nzionali o no, la fine atroce di tre ragazze giovanissime è stuprata all'inverosimile.
Perché dico questo? Ci siamo indignati su di una battuta. Benissimo. È giusto che lo si faccia. Era una battuta orribile e andava tolta. Ma come mai non ci indigniamo su questo?
Come mai non accettiamo un po' di umorismo nero, ma riusciamo a passare sopra il voyeurismo nero, che tiene incollata mezza Italia riguardo il fatto di una povera quattordicenne, uccisa da chi lei amava, da persone di cui si fidava, rendendolo non più un fatto di semplice cronaca nera, bensì una soap opera a puntate con rivelazioni shock, lettere scritte tra persone che abitano cento metri l'una dall'altra e turismo dell'orrore, ovvero le centinaia di persone che sono andata e vedere dove fosse morta la giovane e dove fosse seppellita. Non per dolore, badiamo bene. Solo per pura curiosità.
E lo stesso è successo anche alle altre due.
Perché sto facendo questo giro? Cosa c'entra questo con la morte di Marco Simoncelli?
Semplice. Appena morto, il Sic, è entrato in questo circolo vizioso. In alcune trasmissioni la scena della morte è stata mandata mille volte in diretta, promettendo che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avremo vista, salvo poi rimetterla ancora e ancora e ancora. Abbinandola a qualche immagine del Sic che sorrideva, che parlava, che scherzava. O all'immagine di Valentino Rossi che piange disperato, facendo illazioni e rendendole dichiarazioni ufficiali dello stesso su di un suo possibile ritiro.
La domanda è questa: e questa carovana di immagine, finta retorica, l'ennesimo atto di voyeurismo estremo e nero che ci tiene incollati ad una tv per cercare un po' di dolore in più.
In tutto questo, Vasco, avevi da dire la tua vero? Invece di scrivere canzoni, forse ti sei reso conto che non si più bravo come un tempo, ti metti a sparlare di un tuo collega -questo lo chiami buongusto per caso? a me non sembra- dicendo che è solo un bicchiere di talento in mezzo ad un mare di presunzione, entri ed esci da un ospedale dicendo di essere malato, salvo poi far smentire tutto dal portavoce, dal manager, dal portiere del tuo palazzo. E poi, quando non sai cosa fare, ti metti su internet a cantare Alba Chiara ed il video lo mandano su Rai Uno, al TG delle 20, dove la notizia della tua salute è molto più importante del fatto che in alcune zone dell'Africa non c'è più acqua perché non piove da un anno. Evviva la direzione di Minzolini.
Questo è di buongusto, vero Vasco?
E quando non hai nulla da fare... Toh! Scopri Nonciclopedia.
Ed è subito guerra.
Non ripeto quello che ho già scritto in alto. È anche ricordato che chi non ha senso dell'umorismo non deve leggere Nonciclopedia, ma a quanto pare, Vasco si è dimenticato di questo e ha querelato il sito satirico perché si è imbufalito. Il motivo di tanta rabbia? Ha trovato la pagina di Nonciclopedia che lo riguardava. Di nuovo la notizia su tutti i giornali e telegiornali -eccheppalle- e di nuovo messo da parte qualche fatto importante come che i nostri figli vanno o andranno a scuola in edifici non a norma o fatiscenti, dove nel migliore dei casi ci piove solo dentro, nel peggiore muoiono schiacciati da un tetto che gli crolla addosso.
E di questo, Vasco, non ti indigni?
Beh! Questa è pubblicità gratuita. Certo che non fa indignare.
Nel frattempo è morto Steve Jobs, genio moderno che ha consigliato a tutti noi giovani di essere affamati. Un uomo che ha cambiato il mondo e lo ha fatto tenere a tutti in tasca.
Tutti shoccati in Italia, abbiamo parlato del grande inventore, il pirata visionario, che amava sperimentare. Dopo poco, però, il funerale è stato fatto e ci siamo dimenticati di lui.
Naturale! È morto quasi subito Gheddafi.
Vasco??? Non è stato cattivo gusto quello di far vedere all'ora di pranzo le scene dell'imminente esecuzione di un uomo inerme? Non è stato grottesco mettere in prima serata le immagini di un corpo straziato, con i dettagli di fori di entrata e di uscita nel cranio dell'ex rais? Quello va bene, per caso? Nel nome dell'informazione dobbiamo calarci le braghe e accettare che i nostri bambini vedano queste cose?
Poi arriva la morte di Marco Simoncelli, la battuta che dovevano evitare quelli di Nonciclopedia e subito Vasco grida vendetta.
…………
Oggi Marco ci lascerà davvero. Oggi verranno fatti i funerali.
Ammettiamo però una cosa. Ci commuoviamo, siamo shoccati dalla morte di un ragazzo di 24 anni che, come ha anche ricordato la sua ragazza, amava il rischio e lo metteva in conto ad ogni gara quello che poteva succedere, poi, una volta celebrati i funerali, una volta raffreddato bene il corpo, tutti si dimenticheranno di lui. Almeno quelli che non lo hanno amato davvero.
E forse lui da lassù ride di tutto questo affetto e scuote il testone bonariamente. Avrà riso come un pazzo quando Valentina Vezzali, con la voce da gattino ferito lo ha ricordato nell'unica volta in cui si sono conosciuti, piazzando un pianto finto sicuramente di buon gusto. Quelli che non lo conoscevano nemmeno che hanno cominciato a postare link su FB in memoria di un campione di cui non conoscevano nemmeno il nome fino a qualche mese fa. Trasmissioni piene di immagini e di parole melense e retoriche.
Sic? Che ne pensi?
Non ce lo potrai mai dire. E questo mi fa arrabbiare. Perché c'è chi ti ricorderà per il fatto che quando ti intervistavano qualche volta hai detto una parolaccia -come me che ricordo ancora quando ti hanno intervistato a Rai Due e ti sei messo a ridere dopo averne detta una-, c'è chi ti ricorderà con un sorriso.
Qualcun altro, invece, dopo un mese o due ammetterà che non gli piacevi nemmeno e che tu non ci sia più non gli interessa. Perché a non tutti si può piacere.
Ma di questo nessuno si indignerà. Ç'est la vie.
A me indegna questo. Il circo mediatico italiano, Sic. Mi indigna che la gente faccia la pecora dietro qualcuno gridando orrore, quando poi nemmeno lo avrebbe saputo. Mi indigna che ora tu abbia il tuo riflettore puntato addosso e che forse, tra un mese, nessuno ne parlerà più. Mi indignano le frasi fatte e quelle che vogliono strappare un sorriso ma mi mettono tristezza e mi fanno anche un po' schifo. E mi indigna che si cerchi di ottenere un intervista dalla tua morosa, come la chiamavi tu, Kate, che è distrutta dal dolore.
Mi indigna che, come diceva Paolo Rossi in 'Niente Paura' gli italiani si indignano, si commuovono, poi spengono la tv e vanno a dormire.
Ecco cosa mi fa davvero schifo, Sic.
Ma tu non ti preoccupare. Tu rimarrai comunque semplicemente così. Un campione.
Fai buon viaggio. E poi riposa se vuoi.

Addio campione.
Marco Simoncelli. Super Sic.
20 Gennaio 1987- 23 Ottobre 2011.


giovedì 6 ottobre 2011

Il pirata visionario è salpato verso una nuova avventura

Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario.

Perché sono sempre i folli che credono di cambiare il mondo quelli che riescono a farlo per davvero.
Oggi è morto per davvero un visionario, un uomo che non ha avuto paura di cominciare dall'inizio. Un uomo che non si è piegato davanti alla vita, che ha studiato quello che gli è sembrato più utile. E con quello e il suo genio ha rivoluzionato il mondo. Un uomo che ci ha dato la possibilità di scegliere il meglio e di non accontentarci ['Sfortunatamente, la gente non si sta ribellando contro Microsoft. Non conoscono niente di meglio'] e di chiudere il mondo tutto in una mano.
Non ci sono altre parole. Credo che la frase di sopra spieghi quello che deve.
Oggi è morto un visionario, un genio. Un uomo che solo la malattia è riuscito a piegare.
Un uomo che preferiva essere un pirata che andare in Marina.
Un uomo che ha cambiato il modo di concepire le cose. Che ha creato tendenza e che invitandoci a dare un morso ad una mela ha creato un impero.

L'unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti, come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti. E, come le grandi storie d'amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continua a cercare finché non lo troverai. Non accontentarti. Sii affamato. Sii folle.

STEVE JOBS 1955-2011

lunedì 3 ottobre 2011

Credo che sia meglio presentarsi anche se ho già pubblicato tre post

Il mio nickname è Niniel82. Un po' ovunque mi segno così.
Ho ventinove anni e vivo in Sardegna. Con la precisione a Sassari, città di due Presidenti della Repubblica -Segni e Cossiga-, di Berlinguer. Nel nostro Liceo Classico, oltre i tre personaggi sopracitati, hanno studiato Palmiro Togliatti, Gavino Ledda ed Enrica Bonaccorti che, ricordando un amore lasciato qua, ha scritto il testo de 'La lontananza'... Ah! Questa è anche la città della Canalis.
Non voglio scrivere molto su di me. Non perchè non ci sia da scrivere molto. credo che lo farò per bene blog per blog.
Spero di non annoiarvi. E di aiutarvi a far conoscere un po' di me attraverso quello che scrivo, facendovi ridere, pensare, commuovere e indignare.
A presto...

Tutto diverso da come immaginavo

Non se vi è mai capitato di pensare alla vostra infanzia.
A me capita spesso, specialmente negli ultimi anni. Ci sono delle cose che mi riportano indietro nel tempo e mi fanno sorridere.
Da poco mi sono trovata a parlare con mia madre del mio primo fidanzatino, Roberto, un bambino che aveva all'incirca la mia età e che abitava di fronte alla casa in cui abitavo quando ero piccola. Divertita ho scoperto che sapevo davvero farci con gli uomini quando avevo quattro anni e che sapevo tenere a bada il poveretto minacciandolo di lasciarlo per sempre con Holly o con Abel.
Il primo saprete è il protagonista di un cartone animato ancora studiato dagli scienziati e persino da Roberto Giacobbo in una delle sue puntate di Voyager: Holly e Benji.
Quando ero piccola piccola ho un ricordo sfocato di me che guardavo i cartoni e piangevo quando qualcuno faceva male ad Holly. Non so quanto sia durato questo amore, ma ho un ricordo netto di quando ero alle elementari e ridavano -super tagliuzzato- Georgie. Sì! Proprio lei! Georgie che corre felice sul prato. Tutti la ricordiamo per questo, per il fatto che i suoi fratelli non erano suoi fratelli e si innamoravano di lei e per il koala cretino ed handicappato che non sapeva scalare gli alberi.
Georgie, mi sono resa conto, è la mia infanzia. Più di Kiss me Licia, più di Holly e Benji. Forse, la mia passione nel creare storie è nata nel momento in cui ho cominciato a seguire e capire questa storia talmente complicata, che sto riscoprendo anche oggi, riguardando su You Tube i vecchi episodi di questo anime meraviglioso.
Georgie è una storia d'amore, prima che un cartone animato. È l'amore per la famiglia, per il proprio padre e la propria madre; l'amore per i propri fratelli. L'amore per la propria terra; per le cose semplici; è l'amore tormentato di due ragazzi che vedono una ragazza bellissima crescere con loro e al quale non possono dire i propri sentimenti per non sconvolgere il delicato equilibrio famigliare. L'amore di una madre per i propri figli e la paura di vederli divisi per amore.
L'amore di una ragazza che scopre con un bacio di desiderare tanto qualcuno.
Ricordo con tenerezza che quando ero una bambina mi incantavo guardando Georgie alla televisione. Ne capivo davvero poco, ma credo che una cosa l'avessi capita: amavo Abel e un po' anche Arthur. Per me erano bellissimi. Soprattutto Abel, bello e dannato, passionale al punto di essere egoista per la sua Georgie.
Ecco perché ho cominciato ad inventare storie. Vi spiego: quando ero piccola e guardavo Georgie mi sedevo per terra con i miei cugini più piccoli e mio fratello e io inventavo una storia in cui Abel era il mio fidanzato, ma anche Arthur era innamorato di me. E Georgie, che era una stupida, si teneva Lowell rendendosi conto troppo tardi -quando ormai Abel e Arthur erano innamorati di me ^__^- che aveva sempre avuto due bellissimi ragazzi vicino. E io, nel massimo della perversione, mi sposavo con Abel e tenevo anche Arthur a casa che avrebbe fatto il mio fidanzato.
………  Quasi me ne vergogno sapete???
Comunque… Da piccola non capivo appieno il cartone animato. Non capivo che Jessica era sicuramente una prostituta. Che Arthur si spogliava per scaldare Georgie e che la cosa non era propriamente normale ma un pelo equivoca, nonostante fosse molto dolce. Che Abel era un po' ossessivo e che non era quello che poi avrei cercato in un uomo in un futuro non molto lontano.
Solo uno, uno aveva sempre suscitato in me i giusti sentimenti: Lowell J. Gray (ottimo direi!), l'essere più insulso, più scemo, più inutile che sia mai stato creato da una mangaka. Talmente insulso che anche oggi, che mi faccio qualche domanda sul fatto che due bambini si innamorino della bambina con cui sono cresciuti, mi chiedo come Georgie una volta scoperto che né Abel e né Arthur erano i suoi veri fratelli, abbia continuato a volere quel tisico inutile.
Crescendo, sentimenti avversi su Lowell a parte, ho capito molte cose che non avevo capito: il padre di Georgie sostanzialmente era un coglione. Non puoi parlarmi di aiuto di Dio, di Divina Provvidenza che ti ha dato Georgie in casa tua, con due bambini che hanno già le crisi ormonali vedendola a cinque anni e con un tozzo di pane che già dividevate in quattro e che ora dovete dividere in cinque. Come direbbero a Napoli vi puzzate di fame e tu porti non un cucciolo di cane o di gatto a casa. No! Una bambina figlia di un galeotto, badando bene di ricordare a tuoi figli che hanno tre e quattro anni e che non capiscono un cazzo, che quella bambina NON è la loro sorella, ma la devono considerare tale. Caro signor buonanima Buttman…  Capisco le buone intenzioni, ma tuo figli hanno un anno di differenza circa. Non hanno mai visto una donna incinta… Lo dicevano a me nel 1986 che i bambini si compravano, tu che hai trovato quella bambina nel bosco nel 1850 circa, che cavolo ti metti a dire ai bambini che non è loro sorella??? Potevi dire che tu e tua moglie volevate una sorellina e l'avete trovata nella foresta e che eri uscito per questo. No! Troppo facile. Porta una bambina in casa sapendo che la moglie odia, che i figli  la guardano con occhi famelici già da quando era in fasce e che combina più danni dei bulldozer nella Foresta Amazzonica. L'unica cosa che sembra accomunarli e il trovare casi umani nella tundra. Infatti Georgie trova l'unico esemplare di koala che non sa arrampicarsi. E cosa fa la nostra Georgie? Ma è naturale! Lo porta a casa e gli prende LEI da mangiare le foglie di eucalipto. Handicappiamo una bestia nata libera. Su! E freghiamocene della mamma che aveva un presentimento e non lo voleva in casa! Teniamo il koala e chiamiamolo Lup. E vedrai che impedito com'è non solo attenterà più volte alla vita della padroncina, ma farà morire il signor Buttman, peggiorando i sentimenti della signora Mary grande stronza Buttman verso la figlia putativa.
Una cosa che capisco inoltre è che Georgie è un caso umano. Mi faccio domande io che sono figlia di mio padre e di mia madre, che si sono sposati perché mia madre è rimasta incinta di me!!!!, e mi trovo con i capelli biondo scuro e ricci in una famiglia di gente con capelli scuri e lisci… Cara mia Georgie, come mai non ti sei mai fatta domande guardandoti intorno. Sono tutti mori, con gli occhi azzurri. Tu sei biondo miele con gli occhi verdi. Che ci sia qualche cosa che non va??? Non te lo chiedi perché tutti notano questa differenza tranne te?? Hai bisogno che Fabri Fibra ci faccia sopra un rap.
La mamma di Georgie, o la mammastra non trattandosi di matrigna, la tratta uno schifo. Più e più volte sono i figli che la bloccano quando stava per dire tutta la verità. Alla fine, dopo quindici anni, nel momento in cui Arthur abbassa la guardia e le lascia da sole, lei spiffera tutta la verità a Georgie, infischiandosene della psicoanalisi e del fatto che poteva causare un trauma non indifferente alla povera ragazza che, di botto, scopre di essere figlia di un galeotto.
Come ho già detto ci sono molte cose che ho scoperto crescendo, ma anche con l'avvento di internet. Ebbene sì! Prima di un paio di anni fa non conoscevo nulla del manga. Il manga di Lady Georgie è quello che ha dato lo spunto per la serie anime. L'anime segue la storia del manga almeno fino ad un pezzo, poi, nel anime o cartone animato che dir si voglia, la storia viene resa un po' più delicata, un po' più soft. E dagli torto. Come ho già detto ho aspettato di diventar grande e di leggere, quindi, il manga per internet per capire qualche cosa.
Georgie va via dall'Australia per trovare emo-tisico Lowell e scopre dal dottor Skiffens -nome di merda- che suo padre è vivo e sta a Londra. Tutto questo, naturalmente, prima che l'uomo venga avvelenato per sbaglio e si scopra che Georgie, che si era imbarcata fingendosi Joe Buttman, altro non è che una ragazza.
Sulla nave, oltre che essere denudata per sbaglio davanti ad un gruppo di marinai arrapati, che cambiano idea quando vedono un paio di tette -prima la volevano buttare in mare perché era uno dei sospetti dell'omicidio del dottor nome di merda NdA- incontra anche un ragazzina ninfomane di nove anni, che si innamora di Joe Buttman già in Australia e che sulla nave fa di tutto per rimanere da sola con lui -precoce per essere dell'800!!!- e che si chiama Caterine.
Caterine, una volta che Georgie viene scagionata, la prende sotto la sua ala protettrice e la porta a casa, dove l'agghindano ben bene per farle vedere, il giorno dopo Lowell.
Nel frattempo, Lowell è tornato in Inghilterra anche lui. È malato di TBC e credo che sia anche l'unico essere che può vantare l'anomalia di non essere soggetto a morte certa a causa della sua malattia nel 1863. Volete ricordare per caso la povera Lady Oscar che sapeva di essere malata di tisi e ha cominciato a farsi dipingere da tutti per lasciare qualche ricordo del suo passaggio e facendo venire qualche sospetto solo ad Andrè???
In ogni caso... Georgie va da Lowell. È bellissima, ma non la fanno entrare -motivo sconosciuto NdA- e lei cosa fa? Con l'abito lungo si mette a scavalcare il muro, la seguono i cani e finisce mezza nuda davanti al suo uomo amato che fresco di doccia, con la febbre e tutto, esce in accappatoio e trova Georgie semi nuda. Felice l'abbraccia e in una scena che in Italia non si è vista perché vittima del MOIGE, si eccita mettendo così in imbarazzo la nostra virginea protagonista.
Ma Che La Tisi Sia Con Te non si scoraggia e una volta a casa, prima che lei le raccontasse tutti i casini passati prima di arrivare a lui, le zompa addosso e la fa piangere perché prova ad avere un rapporto sessuale con lei. Bravo Lowell! Lo sai che Abel per evitare queste cose, prendeva la strada per il ruscello e di corsa ci si buttava dentro? Una corsa al Tamigi no, eh?
Ma non è questo che mi ha scioccato. Nell'anime Arthur viene preso prigioniero dal duca -o conte, boh!- di Dangering e viene fatto passare per figlio adottivo del tale, con il nome di Cain -devo dire una bella raffinatezza della mangaka Yumiko Igarashi che ha chiamato Arthur Cain, Caino e Abele, Cain e Abel. Genio di uno caneeee!- e che si è fidanzato con una certa Maria. Niente di più falso. Il povero Arthur/Cain è vittima dei giochetti erotici di Inwin, figlio del conte, pervertito e sadico che tortura e stupra il dolce e attento ai sentimenti altrui Arthur Buttman.
Cara Yumiko Igarashi. So che sei giapponese e che voi avete una visone del mondo completamente diversa dalla nostra... Ma su! Ti sembra normale che il ragazzo che crescendo tutte vorrebbero sposare, quello buono e comprensivo che non si arrabbia mai, che mette prima la donna che ama di se stesso, che ti salva da un fiume in piena e si spoglia per scaldarti con il calore del suo corpo per salvarti dal congelamento, che sa che ami un altro ma si butta nell'oceano per seguire a nuoto la tua barca solo per dirti di essere innamorato di te... Praticamente... Un bonazzo con i capelli scuri e gli occhi azzurri -come direbbe mia zia bellezza rara- venga violentato da uno scialbo sadico con i capelli lilla che lo divide all'apparenza con una ragazzina di undici anni???
In tutto questo, quello che nell'anime è velatamente accennato, nel manga è chiaro come il sole. Quindi, il povero Arthur, partito per riportare tutti a casa, non solo ha la sfiga immensa di rischiare la vita per una cazzo di cassa d'oro, ma se la ritrova piantata nel didietro non solo metaforicamente, ma anche fisicamente dal suo stesso aguzzino. Della serie... Hai visto che la mamma ha sempre ragione, Arthur?
Ma lasciamo per un attimo Arthur drogato e violentato del manga -pora stella... =( Più Arthur per tutte!!!- al bello e aitante Abel del manga che, come nell'anime, insegna ad un pappagallo -Deegery Doo- il nome Georgie per poterla trovare e Londra. Abel infatti pensava che se un pappagallo avesse costantemente chiamato il nome Georgie, alla fine qualcuno si sarebbe voltato. Se lo dice lui. Comunque, Georgie la trova davvero. E grazie al pappagallo che lancia bestemmie -quando si conoscono il pappagallo imprecava- ma lei, dopo un abbraccio tutto lacrime e sospiri e ricordi dell'Australia, finisce per dire ad Abel che lei sta in Inghilterra perché deve sposare Lowell.
NUUUU! Abel risentitissimo, quando Lowell gli chiede la benedizione risponde qualche cosa tipo:“Vuoi la mia benedizione? Le mie condoglianze, vorrai dire!” >_< MITTTICCCOOOO!!!
Ma dopo di questo, dopo mille bagni nello stagnetto vicino casa, dopo aver rischiato la sifilide facendo sesso con Jessica e il coma etilico quando Georgie stendeva le mutandine, Abel -l'uomo di cui ero innamorata quando ero una bambina [citazione necessaria]- si oppone al matrimonio ma permette che i due scappino via. Della serie: gli sei stato attaccato al culo quindici anni, l'hai trovata in Culonia ammaestrando un pappagallo a dire il suo nome facendogli dimenticare i bestemmioni che diceva quando lo hai conosciuto, arrivi in Inghilterra, lei ti dice che vuole sposare un altro e tu la lasci da sola. MA SEI SCEMO????
Georgie e Lowell, pur di coronare il loro amore, scappano da Londra. Lowell rinuncia al suo ceto, ai suoi soldi e manda a lavorare Georgie per poter mangiare. Lo sfaticato, mantenuto mentecatto è malato di tisi e non può lavorare. Da precisare LUI SAPEVA DA PRIMA DI SCAPPARE DI ESSERE MALATO. Quindi ogni qualvolta si lamentava perché non avevano da mangiare le cose che gli piacevano, non solo dimostrava di essere un damerino stronzetto e viziato, ma anche ipocrita, dal momento che sapeva benissimo di essere malato e di non poter lavorare, prima di proporre alla povera Georgie di scappare con lui.
Disperata dalla fame e dalla malattia del suo amato -che penso tanto amato non sia più- Georgie lascia Lowell malatissimo davanti alla casa di Elisa, promessa del tisico prima che Georgie entrasse in scena e scappa via. Per caso incontra Abel che la prende con se e le dice che ha scoperto che Arthur è a Londra -Georgie lo ha visto già, ma lo conosceva come Cain. Un fulmine 'sta ragazza non c'è che dire. Mi presentano mio fratello, stesso viso, fisico, VOCE  dandogli un altro nome E IO DICO SOLO DI ESSERE CONVINTA CHE SOMIGLI A MIO FRATELLO!!! E per forza non ti sei accorta che quelli non erano i tuoi genitori, piccola ameba bionda. Hai due neuroni che cercano di uccidersi tra di loro, mi sembra normale che il tuo cervello impegnato a pensare a Lowell e al tuo sconosciuto papà non possa pensare ad altro... IDIOTA!- ed è prigioniero del duca di Dangering, schiavo nel corpo e nell'anima.
I due decidono di salvarlo.
Fino ad un paio di anni fa, io credevo che salvavano Arthur dopo che Georgie aveva trovato il padre e tornavano in Inghilterra dopo che il duca di Dangering finiva in carcere e Georgie viene presentata in società come la contessina Georgie Gerald -durante il ricevimento incontra Lowell ma memore di quello che lui aveva fatto quando stavano assieme, lo rimbalza dicendogli che la deve smettere di bere e che lei lo ha lasciato solo perché era troppo malato (lui prova a riallacciare i rapporti prima del rimbalzo!)- e torna in Inghilterra con Abel e Arthur. Finale aperto che lascia spazio all'immaginazione: Georgie torna dall'Inghilterra con due uomini che la amano da sempre e sa che non sono suoi fratelli. Della serie 'n do coio, coio sempre bene. Che scelga Abel o Arthur o tutti e due gli va di lusso, la fa lei la mantenuta, mica come Lowell.
Il manga invece è più definitivo.
Georgie ed Abel cercando di salvare Arthur e incontrano il conte Gerald. Carramba che sorpresa, Georgie ha di nuovo un padre.
Lui, il conte Gerald, che ha un po' sul groppo il duconte -non  me lo ricordo se era duca o conte- Dangering perché lo ha fatto esiliare, gli ha fatto morire la moglie e ha reso la figlia una villica che ha conosciuto la sua esistenza per puro caso, vuole aiutare Abel e Georgie a liberare Arthur e con Abel attua un piano geniale. Essendo Abel e Arthur identici, Abel prenderà il posto di Arthur nella prigione e Georgie, il padre di Georgie e Arthur scapperanno in Inghilterra. MA COME HANNO FATTO A NON PENSARCI PRIMA!!!! UN PIANO GENIALE DAVVERO. A parte il piccolo dettaglio di Abel che finirà sodomizzato da Inwin al posto di Arthur... Ma si sa! Sono fratelli... Condividono tutto da sempre.
Il piano va alla grande. Arthur viene liberato, ma nella foga, gli uomini di Dangering quando scoprono che Arthur non è Arthur, hanno una colluttazione con il finto prigioniero nel quale Inwin cade per mano di Abel che seduta stante viene condannato a morte per omicidio -visto il grande piano???- . Arthur, in preda alle crisi isteriche per via della droga e della violenza subita si lancia fuori dalla carrozza in corsa e si butta nel Tamigi. Non lo troveranno più.
Georgie in tutto questo è disperata. Ama Arthur come un fratello e soffre tantissimo per la sua perdita, ma la tragedia si compie quando scopre, durante l'attuazione dell'INFALLIBILE piano, di essere innamorata di Abel.
Disperata, quando ormai sa che non ha tempo, decide di concedersi a lui. Fanno l'amore nella cella dove Abel è rinchiuso e lei rimane incinta. MANDRILLONE sto Abel!
La Divina Provvidenza -tanto cara alla buonanima- si mette in mezzo. I loschi piani del duca di Dangering saltano fuori e con loro le violenze ad Arthur. Abel è salvo. Ma il duconte, prima di essere arrestato spara ad Abel che cade fulminato. Non prima di aver saputo da Georgie di star per diventare padre. -.-'' MINCHIA CHE SFIGA!!!
Georgie cade in depressione. Ha perso tutto, a parte suo padre. Non è più felice, fino a che un giorno bussa a casa sua Lowell, GUARITO -era l'unico che doveva morire di sicuro, invece ne ha sotterrati una decina- e dice a Georgie di reagire. O_o non capirò mai Yumiko Igarashi e l'amico che ha scritto la sceneggiatura.
Comunque, Georgie partorisce un maschio. Si chiama Abel jr ed è uguale al padre -giusto per far cadere in depressione la poveretta!-. Il nonno dipinge quadri di Abel per farlo conoscere al figlio che per un po' cresce in Inghilterra. Poi, ormai stanca di un posto che gli ha portato via tutto e che le  porta una iella cieca, Georgie decide di lasciare Londra per l'Australia. Lascia gli agi per tornare alla sua fattoria... O_O non capisco di nuovo!
Parte con una nave che Abel stava progettando prima di morire -questo lo fa anche nel cartone animato- e arriva in Australia. Anche lì una strage. La madre è morta. Lo zio Kevin è vecchio e rincoglionito, lei è ragazza madre... 'Na tragedia infinita.
Ma davanti alla sua fattoria succede qualche cosa di incredibile, Abel jr grida papà e scappa. Georgie lo segue. E vede Arthur.
Ebbene sì! Il paziente Arthur si è salvato dai flutti del Tamigi ed è andato, non si sa come, in Australia, dove lo zio Kevin lo ha curato -non ci è dato sapere come!!!- e ha preso in mano le redini della fattoria. Ed è diventato un figo della Madonna. Georgie piange lo abbraccia e... LO SPOSA.
Ebbene sì! Dopo averla presa in quel posto, Arthur vince! E la mette lui in quel posto ad Abel e Lowell. Si prende Georgie e il figlio del fratello da crescere, ma sono dettagli! Vuoi mettere la gioia di aver amato da sempre qualcuno e di scoprire che è tutta tua, senza più rivali???
Arthur sposa Georgie e insieme vivono nella fattoria dei Buttman.
Un finale di merda, ma crescendo, come ho detto, ho capito molte più cose. Primo che Abel è si un gran figo, che si è bello e dannato, ma di uomini come lui ne trovo a migliaia là fuori. E così di Lowell. Quelli che non esistono, purtroppo, come ho già detto sono gli Arthur.
E poi, dopo aver visto tutte quelle scene di sesso, sono arrivata alla conclusione che sì!, è vero alcuni manga sono fatti per  un pubblico solamente adulto e Georgie è uno di questi.
Quindi, tutto quello che io avevo capito, pensato... Lo devo cancellare. Non avevo capito una mazza sbrindellata.
E poi, onestamente, bello quanto vuoi il manga... Ma c'è un'immagine della sigla che per me è stata il simbolo di Georgie sin da quando ero una bimba: loro tre bambini, Georgie in mezzo che ride e Arthur con Abel che la tengono su felici.
Onestamente, sapere che Arthur lo violentano, Abel muore e Georgie rimane da sola con un figlio a piangersi addosso, mi mette tristezza. Molto meglio l'anime, dove l'unica cosa che si perde è Deegery Doo, il pappagallo bestemmiatore che vola via mentre Arthur, Abel e Georgie guardano l'oceano.
Perché potrà essere tagliuzzato dal MOIGE, sbranato dagli sceneggiatori televisivi giapponesi, ma una cosa che mi piaceva dei cartoni di quando ero piccola erano i lieti fine. E quello di Georgie, anche se inconcludente perché aperto è il mio finale preferito. E non mi mette la tristezza.
Che ci volete fare: sono sempre un cuore romantico.
Un bacio e alla prossima.

Seguendo la scia dei ricordi


Non so se vi è mai capitato.
Ci sono delle cose che ti segnano per la vita. Ce ne sono altre che rimangono per sempre nel tuo cuore.
Io, quattro anni fa, il 10 Marzo 2007 ho cominciato una vita completamente differente da quella che ho avuto qua nella mia piccola città di provincia: sono partita a Londra e tutto è entrato in una dimensione differente da quella che aveva qua. La vita a Londra è bella, è un mondo diverso dal nostro e tutto sembra più a portata di mano.
Ho cominciato a ragionare da Londoner e giuro, mi piaceva.
Il problema si è posto quando ho visto che le persone che mi stavano vicino non era contente di me e che quelle stesse persone mi hanno scaricata quando ne ho avuto bisogno per seguire i rispettivi compagni. Sono una persona oggettiva e ammetto che una parte di colpa ce l'ho anche io. Ma essere tradita da una persona che ti è stata vicina per dieci anni ti fa male.
Specialmente se quella stessa persona permette al suo ragazzo di farti pagare uno sproposito di affitto solo per stare meglio loro e poter fare il cavolo che volevano.
Ma non è di questo che voglio parlare.
Quando sono entrata nel mood londoner, ho dimenticato le piccole cose che mi piacevano della mia città.
Alle volte ti rendi conto che voi scappare. DA qualcosa, da qualcuno, dai tuoi ricordi più brutti. L'unica cosa che vuoi fare è andare via, lontano da tutto, da tutti. E ti rendi conto che la città che è stata la tua culla di vita è sempre stata una piccola perla.
Ci sono le passeggiata in piazza d'Italia completamente deserta il sabato notte, perchè tutta la gente comincia a rinchiudersi nei bar di via Roma, pieni di luci, odori, musica e colori. C'è il Palazzo di Provincia, che se che sovrasta Piazza d'Italia con il suo orologio alle volte rotto, o indietro di tre ore, alle volte puntuale meglio di un orologio svizzero. Quello stesso palazzo che copre quell'aria di piazza che noi sassaresi chiamiamo Provincia.
Quando sono tornata per un tempo lungo, quando ho deciso che se c'è un posto che chiamo casa è questo, che i miei fantasmi non si possono scacciare scappando, ho guardato la mia città con occhio diverso: io ero cambiata. Ed era cambiata anche lei.
Le strade erano piene di persone anziane, di mamme incinte, di coppie sposate.
Alcuni amici rimasti si erano fidanzati seriamente e magari erano ad un passo dalle nozze.
E tutto ciò che mi legava al mio passato era stato cancellato. Piazza Castello, il centro delle mie giornate assieme alle mie amiche, posto dove i giochi si tramutavano in risate che ti facevano quasi piangere e ti facevano venire il mal di pancia, Piazza Castello con le sue panchine e el aiuole tonde dove ci si sedeva se non c'era posto e dove io mi davo appuntamento con le mie due amiche, è cambiata radicalmente. Non c'erano più i posteggi dove mettere le moto e dove qualche incivile parcheggiava la macchina; non c'erano più le panchine e le aiuole tonde, ma solo una distesa di cemento che univa i due lati della strada rendendola un'unico blocco, con delle panchine abbozzate intorno agli alberi.
Il giardino segreto, quello con il busto del re era chiuso e non si poteva più vedere, perchè sotto quella piazza dove io ridevo e giocavo era stata sepolta una storia lung secoli, fatta di resti, cunicoli, reperti che raccontano di tempi che non esistono più.
Piazza d'Italia aveva rifatto il trucco: marmo rosa per il pavimento, una grande aiuola recintata al centro per mettere in risalto la statua del re Vittorio Emanuele II re d'Italai e costruttore di quella piazza.
L'emiciclo Garibaldi era stato rinnovato: parcheggi sotterranei e una piazza vera e propria, non più un marciapiedi striminzito nel quale camminare a fatica perchè era tutto dissestato.
E piazza Fiume... Tutti quei luoghi di raccolta e di ritrovo con gli amici prima di lasciare Sassari nel 2007 erano di nuovo davanti a me, ma cambiati, migliorati finalmente.
Sassari si stava facendo bella già quando stavo partendo, ma immaginavo che fosse qualche cosa di superficiale e non di così radicale.
Sono tornata, come ho detto, perchè devi vagare per capire che casa è quel posto da cui scappi- come dice Ivan Benassi in Radio Freccia- ed è, contemporaneamente, l'unico posto dove vuoi realmente stare.
E quando vedi che quel posto che chiami casa è cambiato, ti senti come un figlio che è stato lontano per tanto tempo dalla casa dei suoi genitori e la scopre differente, più bella, più accogliente e calda di come la ricordava: insomma, più casa e più familiare di prima.
Forse sarà il tempo lontana che mi ha resa più sentimentale, ma una cosa la sò. Guardando ogni singolo tratto della mia città, vedo che il mondo è cambiato, almeno quel piccol microcosmo che chiamo mondo e invece è solo Sassari.
sembra quasi che mi volesse dimostrare che io me ne stavo andando perchè ero stufa dei suoi posti simili, ma lei era capace di cambiare anche dopo tanto tempo. E quando sono tornata, con la paura di soffrire vedendo quei luoghi in cui ho passato la mia adolescenza, lei mi ha stupito e si è mostrata differente, quasi mi volesse dire:
"Ok! Tu hai le tue rughe. Io ho le mie. Tu hai le tue esperienze, io ne ho un vagone più grande e più carico. siamo cambiate tutte e due! quello che hai lasciato a Londra non c'è più. Ha lasciato la tua vita forse per sempre, ma non devi abbatterti. Rinnovati, cresci, anche se è difficile e non smettere di sogare, come facevi prima di partire. Perchè con quei sogni sei cresciuta e sei dviventata la donna che ora sei. Nel bene e nel male!"
Non sono sentimentalismi. Questo è un modo per capire che il passato è passato, che ciò che è fatto è fatto e nulla si può cambiare (Jack Shephard docet) e ciò che ci ha fatti soffrire ci può solo rendere più forti. Ogni cicatrice ci rende più belli: i chili in più testimonianza di quel bisogno d'affetto che cerchi disperatamente; il non riuscire a dire più la tua migliore amica, perchè sai che gli amici sono tutti uguali e che, soprattutto sono solo esseri umani e hanno quella vasta gamma di emozioni che contraddistungue ognuno di noi e ci rende unici e speciali, o l'ennesimo essere tra tanti; il mio non fidarmi di un uomo; la schiena che comincia a farmi male quando sto troppo chinata sul computer; la mia cervicale e i dolori della sinusite...
Tutto ciò mi rende bellissima, perchè ognuno di questi segni, di queste cicatrici del corpo o dell'anima, mi rende una persona che ha una parte nel suo mondo, che sa di essere un numero, ma lotta per non esserlo più.
Una persona che davanti alla pizzeria dove comprava la pizzetta al taglio, anni fa, con le sue amiche , si ritrova a sorridere, ricordando quando tutto era diverso, quando lei era diversa e non conosceva il mondo e le sue sfumature che vanno dal bianco al nero e racchiudono la più vasta gamma di colori nel mezzo.
E assaporando una semplice pizzetta con le patatine -senza l'aggiunta perchè ora si paga anche quella- seduta, guardando il Palazzo di Provincia, mi commuovo vedendo il tricolore proiettato sopra, pensando quando a capodanno mettevano la pista di pattinaggio e io cadevo miseramente mentre il mio ragazzo mi insegnava a pattinarci; quando nevicava e bisognava camminare tutti assieme a braccetto per non cadere, salvo poi cadere come le pedine del domino quando una metteva il piede in fallo; le scarpe dei ragazzi che volavano per la piazza mentre giocavano a calcio; le manifestazioni e il pogo in piazza quando c'era la giornata dell'Arte e si facevano i concerti; il primo bacio rubato; i balli sardi il giorno della Cavalcata. I miei genitori che incontravano gli amici e piazza talmente piena di gente che era facile perdersi. E nessuno ti rapiva allora, ma chi ti trovava ti riportava dai tuoi genitori sorridendo delle tue lacrime e cercando di tranquillizzarti.
Possibile che una sola pizzetta ti ricordi questo? Sì! credo di sì!
Nulla è bello come il ricordo sollevato da un sapore, da un profumo, da un rumore: sono mattoncini che compongono il muro della vita.
Un muro altissimo a seconda della durata della vita.
E che io, anche inquesto momento di statsi sto tirando su, giorno per giorno, con i sorrisi di mia nipote, lo scodinzolio del mio cane, le battutacce di mio fratello e la disapprovazione di mia cognata, le liti con mio padre e mia madre e i sorrisi quando tutto passa.
Questa è la vita. E ogni volta che sento il IO CREDO di Ivan Benassi, mi rendo conto di quanto sia grande...



"Anch'io credo. Credo nelle rovesciate di Bonimba, o nei rave di Kate Richard; credo al doppio suono del campanello del padrone di casa che vuole l'affitto ogni primo del mese; credo che ognuno di noi si meriterebbe di avere un padre e una madre che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi; credo che un Inter come quella di Corso Mazzola Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa; credo che non sia tutto qua però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sà che crederò prima o poi in qualche Dio; credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare avanti con 300 mila al mese, però credo anche che se non leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno le cose; credo che c'è un buco grosso dentro, ma anche che il rock'n'roll, qualche amichetta, il calcio, qualche soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici..beh, ogni tanto questo buco me lo riempiono; credo che la voglia di scappare da un paese con 20 mila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare da te stesso, e credo che da te non ci scappi nemmeno se sei Eddy Merckx. Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri perchè comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri..."